Più fallimenti, meno liquidazioni in edilizia
Record di fallimenti per il settore costruzione nel 2014, 3.498 imprese coinvolte, con un aumento del 12,1% rispetto al 2013, il settore con l’incremento più rilevante dopo i servizi (+15,2%), e a fronte invece di una sostanziale stabilità dei fallimenti nel settore industriale (+0,3%).
Si vedano i dati Cerved per settori (elaborati per «Edilizia e Territorio»)
«Il record storico dei fallimenti nelle costruzioni – spiega l’amministratore delegato di Cerved, Gianandrea De Bernardis– è l’effetto di sei anni di recessione e stagnazione che hanno colpito l’edilizia; accanto a questo dato, tuttavia, osserviamo anche un segnale congiunturale incoraggiante: si è ridotto il numero di liquidazioni di società in bonis, un dato che potrebbe riflettere un miglioramento delle aspettative degli imprenditori del settore».
Sul fronte delle liquidazioni, infatti, il settore costruzioni ha ciuso il 2014 con un calo del 5,9% delle liquidazioni volontarie, un dato che però è in linea con l’andamento generale (-5,3% la media, si veda la tabella per settori).
Nelle imprese fallite in edilizia, segnala il Cerved, nel solo 2014 si sono persi 38.656 posti di lavoro, che diventano 207.819 come dato cumulato 2008-2014 (si vedano i dati sugli occupati, per settori).
CHIUSURE IMPRESE, I DATI COMPLESSIVI CERVED
E’ stato un anno di luci e ombre il 2014 fotografato da Cerved nell’Osservatorio su Fallimenti, Procedure e Chiusure di imprese. Complessivamente, secondo i dati raccolti dal leader in Italia
nell’analisi del rischio del credito, sono 104mila le aziende che hanno chiuso i battenti nell’ultimo anno, tra fallimenti, procedure concorsuali non fallimentari e liquidazioni volontarie. Un dato che segna comunque un’inversione di tendenza (-3,5%) rispetto al valore massimo del 2013.
Dall’inizio della crisi nel 2008, sono fallite più di 82 mila imprese dove lavoravano circa 1 milione di addetti. La serie storica dei dati mostra chiaramente come i costi occupazionali siano stati elevatissimi, fino a raggiungere il picco nel 2013 quando 176 mila lavoratori hanno perso il posto di lavoro. Il dato 2 014 è in miglioramento rispetto allo scorso anno (175 mila posti; -0,5%) in quanto si è ridotta la dimensione media delle imprese che hanno portato i libri in tribunale.
I posti di lavoro persi sono comunque più che raddoppiati rispetto al 2008: un incremento percentuale del 136%.
«L’anno da poco concluso presenta, accanto ad aspetti negativi, anche elementi incoraggianti – commenta Gianandrea De Bernardis, Amministratore Delegato di Cerved – La crescita record dei fallimenti del 2014 e le conseguenze sull’occupazione riflettono l’onda lunga della crisi, dovuta a più di sei anni di recessione e debolezza economica. D’altra parte, il calo delle liquidazioni volontarie è il termometro di un ritorno di fiducia da parte degli imprenditori che fa ben sperare per i trimestri a venire».
FALLIMENTI 2014: UN NUOVO RECORD
Nel quarto trimestre del 2014, 4.479 aziende sono state dichiarate fallite (+7% vs 2013), il massimo osservato in un singolo trimestre dall’inizio della serie storica nel 2001. Nel corso dell’ultimo anno, i fallimenti aziendali hanno superato il tetto di 15 mila, segnando un nuovo record negativo da oltre un decennio e un incremento del +10,7% rispetto al 2013.
A livello geografico, su base annua, si osserva che l’aumento dei fallimenti riguarda tutte le aree della Penisola, con 11 regioni su 20 che fanno registrare un record storico negativo dal 2001.
A livello settoriale, invece, emerge che l’incremento dei fallimenti si lega in particolare alle dinamiche negative nei segmenti del terziario (+15,2%) e delle costruzioni (+12,1%). Al contrario, nell’industria, i fallimenti si attestano sui livelli dello scorso anno, grazie allo sviluppo positivo osservato negli ultimi tre mesi dell’anno.
DIMINUISCONO LE PROCEDURE NON FALLIMENTARI
Ad attenuare il quadro negativo dei fallimenti e delle conseguenti ricadute occupazionali, il dato 2014 sulle procedure concorsuali1 non fallimentari che registrano una forte diminuzione rispetto al 2013. Secondo i dati di Cerved, infatti, nel 2014 le procedure registrate sono 2.784 (-16,4% vs 2013); la contrazione è dovuta soprattutto al netto calo dei concordati preventivi, che si riducono del 20%.
A livello territoriale si osserva una complessiva riduzione del fenomeno: nel Nord Est si contano 617 procedure (-22,9%, la maggiore riduzione osservata in tutta Italia). Nel Nord Ovest e nel Mezzogiorno il calo è del 16%, mentre nelle regioni del Centro la riduzione appare più contenuta (-10,5%).
A livello settoriale il calo delle procedure concorsuali non fallimentari è risultato maggiore nell’industria (577 procedure nel 2014, un quarto in meno rispetto al 2013). Meno significativa la riduzione osservata nelle costruzioni (-11,8%) e nei servizi (-13,8%).
LIQUIDAZIONI VOLONTARIE IN CALO PER LA PRIMA VOLTA DA 4 ANNI
Un’altra nota positiva è rappresentata dal dato sulle liquidazioni volontarie. Dopo quattro anni, nel 2014 è tornato finalmente a scendere il numero di società in bonis liquidate volontariamente dai soci: sono 86 mila, in calo del 5,3% rispetto alle 91 mila del 2013. Si tratta di un segnale che potrebbe riflettere un miglioramento di fiducia nelle aspettative di profitto degli imprenditori.
A livello settoriale, la riduzione è maggiore nel comparto industriale, dove, nel 2014, si contano circa 4 mila liquidazioni (in calo del 17,1% vs 2013). Diminuisce anche il numero di imprese edili chiuse volontariamente nell’ultimo anno, a quota 5,7 mila (-8,9%). Il terziario si conferma il settore con il maggior numero di liquidazioni: nel 2014 sono state 27,5 mila (- 9,3%).
A livello geografico, il calo delle liquidazioni è particolarmente visibile nel Centro-Sud: nelle regioni del Mezzogiorno le società liquidate nel 2014 sono diminuite del 16,1%, attestandosi a circa 10 mila, mentre al Centro il calo è del 12%. Nel Nord Ovest si contano 11,4 mila liquidazione di ‘vere’ società di capitale in bonis (-7,2% rispetto al 2013). Nel Nord Est, l’area della Penisola meno colpita, le chiusure volontarie sono state 7,7 mila (-5,9% vs 2013).
Cerved è leader in Italia nell’analisi del rischio del credito. Offre la più completa gamma di prodotti e servizi di cui si avvalgono circa 34 mila imprese e istituti finanziari per valutare la solvibilità e il merito creditizio dei propri interlocutori, monitorare e gestire.
Fonte Il Sole 24 Ore